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4 Settembre - Piazza Corri as, ore
21.00 • € 3,00
FILM -Alila -AMOS Gitai, 2003
Israele come un grande condominio confuso, senza privacy,
litigioso, claustrofobico. Dopo la trilogia sulla guerra, Amos Gitai parla
della, diciamo così, "pace", addentrandosi in un casamento popolare fra
Tel Aviv e Jaffa. Metafora realistica di un paese ferito e invaso nella
privacy, ma che ogni giorno ricomincia daccapo e lava il sangue, il film é
un mosaico di sensazioni e impressioni pubbliche e private. Con movenze
geometriche ed azzardate, Gitai osserva e ci fa prendere coscienza
attraverso 40 piani sequenza e alcune immagini silenziose in cui
penetriamo dentro la strana normalità dei personaggi. Dove il caos
materiale, stradale e morale, così ben ripreso da Renato Berta, diventa
l'esempio di una promiscuità quasi incestuosa tra comunità ed etnìe
diverse, l'apertura a un dubbio vitale di resistenza, forse risolutore.
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7 Settembre - Piazza Corrias, ore
21.00 • € 3,00
FILM - Rosenstrasse - Margarethe Von Trotta, 2003
Uscito per il Giorno della Memoria, come se per gli altri 364
dovessimo tranquillamente dimenticare, Rosenstrasse, onesto e civile film
della onesta e civile Margarethe Von Trotta mostra un lato nascosto ma
vero della Shoah. (...) Un intreccio di destini a cavallo del tempo, storia
minuscola e maiuscola raccontata con un alto senso del dovere morale e
dell'informazione, ma anche della convenzione e pure della retorica dello
spettacolo, per cui le attrici Katja Riemann, premiata a Venezia, e Maria
Schrader sono strepitose.
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8 Settembre - Piazza Corrias, ore
21.00 • € 3,00
FILM - In My Country - John Boorman, 2003
Magari chi ricorda il grande Boorman di "Senza un attimo di
tregua", "Leone l'ultimo", "Un tranquillo weekend di paura", lo troverà
"In My Country" un poco circospetto e démodé. Ma non esistono solo gli
Autori, il cinema è anche una macchina della memoria, ed è impossibile
ignorare il contributo civile di un lavoro che rimette in scena per la
platea mondiale l'inestinguibile psicodramma vissuto dal Sudafrica fra il
dicembre 1995 e l'estate 1998. Se calarsi in un inferno simile significa
scegliere un punto di vista preciso, Boorman ne sceglie addirittura due.
Quello di Samuel L. Jackson, scettico cronista (nero) del Washington Post,
e quello di Juliette Binoche, alter ego della Krog, bianca democratica
costretta a fare i conti con gli orrori perpetrati dalla sua gente, senza
per questo rinunciare alla propria identità. Ovviamente sappiamo ancor
prima dei titoli che dopo le liti iniziali fra il nero americano e
l'africana bianca scoppierà l'amore. E va detto che Boorman liquida il
pedaggio in poche scene e cinque-secondi-cinque a letto. Concentrandosi
sul resto, i confronti in aula, le urla, le atrocità rivelate dai
torturatori, non sempre pentiti, trovando però solo a tratti il giusto
equilibrio fra l'impeto della denuncia e il pudore dello sguardo. Vengono
i brividi a pensare cosa avrebbe fatto di un soggetto simile un cineasta
meno maturo.
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9 Settembre - Piazza Corrias, ore
21.00 • € 3,00
FILM - Garage Olimpo - Marco Bechis, 1999
La bravura di Bechis sta nel condurre il suo kammerspiel, che
si apre nel finale a un'immagine sconvolgente del Rio della Plata, con
straordinario pudore, senza mai cedere in rigore ai risvolti romanzeschi
di film anche molto belli come "La storia ufficiale" o "La morte e la
fanciulla", giocando sulla normalità perversa della situazione, sulla
routine della prigionia, sulla impiegatizia, irresponsabile banalità del
male, innescando, in questa normalità, un'identificazione che ci costringe
a ricordare degli orrori troppo presto messi in un angolo della memoria.
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10 Settembre - Piazza Corrias, ore
21.00 • € 3,00
FILM La Generazione Rubata - Phillip Noyce, 2002
Lineare, drammatico, vigoroso, alimentato da un fervore civile
che commuove senza sentimentalismi o volgari cedimenti; "La generazione
rubata" é un terso e veemente film che utilizza la macchina da presa, i
paesaggi desertici e sconfinati, le facce autentiche delle sue
giovanissime attrici, la tenacia odiosa del personaggio, realmente
esistito, interpretato da Kenneth Branagh per denunciare e obbligare gli
australiani a guardare senza mistificazioni e giustificazioni il proprio
passato recente, il vergognoso comportamento verso gli aborigeni.
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