Tenore Remunnu 'e Locu di Bitti. Una delle espressioni meglio compiute e più conosciute internazionalmente dell’ancestrale e suggestivo canto polivocale barbaricino.
Daniele Cossellu (mesu oghe) Tancredi Tucconi (contra) e Piero Sanna (oghe) stanno insieme dal 1974 da quando cioè il nucleo a tenore assume con la nascita della Pro Loco una organizzazione più professionale ma tutti l’approccio con il tenore, l’hanno avuto sin dall’adolescenza quando imitavano “sas troppas” degli adulti che si fermavano a cantare.
In quello stesso periodo il gruppo ha assunto la denominazione di Remunnu e Locu in onore del poeta satirico Raimondo Delogu vissuto nella seconda metà dell’ottocento nel rione di Cadone.
Ai tre, nel 1994, si è aggiunto il giovane basso Mario Pira, che si era fatto le ossa in un altro gruppo locale; sostituiva Salvatore “Battore” Bandinu, costretto a lasciare il gruppo per motivi di salute e spentosi lo scorso mese di agosto.
Il gruppo nel 1976 produce il suo primo lavoro; due anni dopo effettua la sua prima tournè all’estero a Vienna ma le esibizioni oltre confine si moltiplicano negli anni ottanta: Svezia, Danimarca, Newport negli Stati Uniti, per le improse di Azzurra nell’America’s Cup, Texas, Argentina, Australia per “Far away wave”, Iraq alla vigilia della guerra del Golfo.
Poi l’incontro con il jazz di Ornette Coleman e con Peter Gabriel che nel 1995 li fa debuttare (primo gruppo italiano) nei prestigiosi festival Womad.
Dapprima a Caceres in Spagna, poi in Inghilterra a Reading, ed ancora in Australia, Singapore, Portogallo.
Saranno anche il primo gruppo italiano ad incidere per l’etichetta Real World nel 1996 con un disco che intensificherà la loro popolarità a livello internazionale.
Canteranno anche a Cuba nel ‘98 per Ichnos a L’Avana.
Impossibile elencare il gran numero di esibizioni e di riconoscimenti (tra gli altri il premio Europa per l’arte popolare in Germania) di una carriera ormai trentennale.
In questa frenetica attività il coro resta comunque fedele alla propria identità culturale, senza mai falsare o adattare per convenienze di mercato o spettacolo il suo canto a tenore.
Sono cosi riusciti a sopravvivere all’effimera ondata di interesse per la musica popolare che aveva investito gli anni settanta
A Bitti hanno anche promosso una scuola capace di sfornare le prime voci da affiancare a quelle del collaudato gruppo o per costituirsi in formazione autonoma.