
Di Salvatore Corona e
Maria Carmela Loi
libera traduzione di Michele Pio Ledda
Bettare in d’unu s’arte e in d’onzi moda: zirare su mundu
che - i una roda pro torrare s’arte a arte. Bettare in d’una sas
milli cambas de custu riu ei puru las pesase ambas, criu e fizu,
fiza e cria chi assimizat a custu duamiza e a s’ammentu chi nos
sighit, maja e nos caminat serente, d’eris, crasa e in su
presente. Sonos, Dromos, in su pabilu e in s’aghera e in totu sos
logos; in sos bentos de Internet chi inghiriat su mundu, in d’unu
solu e mannu ballu tundu, chi tumbat e danzat tottu umpare.
Sonadores e pintores de pinzellu e de tinteri, che - i Barore,
Gianfranco, durches, ranchidu e rebellu.
Dromos, paret d’eris sa prima orta ei como, chi che’i un’iscorta
bardiat totu e tottue Dromos est duos e d’est inue si cantant e
s’alenat sardu. Frittu e cardu, istiu e ierru, eranu e atunzu:
dromos forte in su punzu, in s’anima, in su risu e in sa lagrima
chi falat in sos cavanos caentes: mele e abbardente, dillu e
dilliriu, irvariu, sambene e carena, rena de unu mare chi como
brincamus che criaduras: Dromos pastura de roba nostra famida,
dechida e lichida, donosa e prena ‘e ispantu. Chi nos leat s’alenu
chi su cantu, isposa.
Dromos, pro s’amore nostru e s’anzenu. Chi benit e andat: andat
e benit, che i su tempus, su tempus marranu, chi amus a cumbidare
chin licore e venenu, prima ‘e lu firmare in sa manu e in d’una
cantone, chi mai, e naramus mai, amus a torrare a ponnere in
presone.
È passato un anno dall’uscita del primo catalogo Dromos, che ha
girato il mondo anche via internet, ed eccoci a voi con il secondo,
Dromos 2000, nato dalla passione per la nostra cultura musicale e
dal desiderio di conservarla nella memoria di tutti. Abbiamo voluto
arricchire il secondo catalogo di elementi preziosi che lo rendono
un oggetto d’arte.
Innanzitutto la lingua, la “nostra” lingua, che affianca le
recensioni in italiano e costituisce la corda che ci unisce, il
cuore di tutto, un nucleo che allaccia ogni comunicazione. La voce,
il suono e la parola sono la prima forma di espressione della vita
stessa e l’anima del nostro popolo si manifesta nella sua lingua,
nella sua poesia.
I testi in logudorese, campidanese, e catalano sono stati scelti in
base alla provenienza degli artisti e, compatibilmente con i limiti
dello spazio grafico, vogliono lasciare una piccola traccia delle
lingue parlate e scritte nell’Isola.
Accanto alla lingua le immagini, che catturano la realtà e la
trasfigurano in creazione artistica.
Il catalogo, infatti, contiene opere di un artista sardo affermato
nel mondo, il pittore Salvatore Garau, e le fotografie di Gianfranco
Mura, una promessa nel campo dell’arte fotografica.
Noi siamo convinti che ogni forma d’arte germogli da un'unica
radice, perché l’uomo attraverso l’arte esprime la sua natura
creatrice.
Alla musica possono integrarsi altre forme d’arte, pittura,
fotografia, cinema, in un connubio fecondo di pura bellezza.
Abbiamo voluto racchiudere in questo secondo catalogo tutto ciò che
è prezioso per noi: la musica, le voci, la poesia e l’arte
sbocciate tra queste pietre, per trasmettere la passione che ci
spinge ad andare avanti forti del consenso ottenuto con il primo
catalogo e il primo “Dromos festival”. Un successo autentico,
nato dalla spontanea partecipazione popolare, che ha creato le
premesse per realizzare questo secondo catalogo e, ci auguriamo, il
secondo “Festival della musica dei popoli”.
Dromos per noi è la realizzazione di un sogno: aprire una finestra
sul mondo al nostro patrimonio musicale, creando un’occasione di
scambio e di confronto con altre realtà culturali del Mediterraneo
e di terre lontane.
Siamo certi che questa sia la strada giusta per salvare la nostra
identità culturale dall’omologazione della comunicazione di
massa, senza chiuderci in noi stessi, ma aprendo un varco tra
presente e passato, tra la Sardegna e il resto del Mondo, in un
viaggio attraverso la memoria che conduce al futuro.

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